Il 14 aprile la Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che Bruno Contrada non avrebbe dovuto essere condannato perché: “Il reato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso è il risultato di un’evoluzione della giurisprudenza italiana posteriore all’epoca in cui lui avrebbe commesso i fatti contestatigli”.
In seguito alla sentenza della Corte, l’Italia ha subito una pena pecuniaria (10.000 euro) per il risarcimento dei danni morali. La Corte di Strasburgo ha sostenuto, inoltre, che i tribunali italiani “non hanno esaminato approfonditamente la questione della non retroattività e della prevedibilità della legge”. La Corte, poi, non ha rilevato un punto centrale: il reato di concorso esterno non solo non esisteva, ma non esiste neppure oggi, trattandosi di un reato creato dalla giurisprudenza. Si tratta di una “creazione legislativa” di un organo giurisdizionale, di un caso di grave superamento del principio di separazione dei poteri.
Grazie ad un lavoro portato avanti insieme a Radicali Italiani, ho dunque presentato un’interpellanza ai Ministri della Giustizia e dell’Economia affinchè si adoperino per scongiurare i ricorrenti casi di errore giudiziario a diverso titolo imputabili ai magistrati. Come? Migliorando le modalità di selezione degli stessi e prevedendo un effettivo controllo sul grado di aggiornamento delle loro competenze, considerando il costante evolversi delle normative.
Relativamente all’aspetto erariale, ho chiesto quanti siano i casi di cittadini che hanno subito una sorte simile a quella di Contrada, ma di cui nulla si è saputo, a quanto ammontino le singole sanzioni pecuniarie comminate all’Italia da Corti sovranazionali ed a quanto ammonti l’esborso complessivo configurabile, a mio avviso, come danno erariale di cui sono soggetti lesi i cittadini contribuenti.
Lo afferma in una nota il deputato di Alternativa Libera, Tancredi Turco.