La nostra Repubblica compie oggi 69 anni. Si tratta di una giornata importante, che può e deve essere un’occasione per riflettere sulle contraddizioni che ancora la caratterizzano, oltre che sulle sfide che l’aspettano.
Prima fra tutte quella di realizzare compiutamente l’uguaglianza fra le sue cittadine e i suoi cittadine, estendendo tutti i diritti (in primis quello al lavoro) e garantendo così la convivenza di una società contemporanea in costante evoluzione.
Non meno importante, in questi tempi in cui si discute anche la revisione della Costituzione, è riflettere e meditare sui cambiamenti che si vogliono introdurre, per evitare possibili stravolgimenti dettati solo dalle contingenti esigenze di governo.
Allo stesso modo ogni riflessione non può sottrarsi da un tema di grande attualità: quello della partecipazione alla vita dello Stato e della comunità. Il voto di queste ultime ore, infatti, riporta all’attenzione di noi tutti il grande dramma della disaffezione e della sfiducia verso la politica e le istituzioni, essendo l’astensione il primo vero partito del Paese.
Una Repubblica democratica, compiuta e pienamente realizzata, dovrebbe vedere la più ampia partecipazione dei suoi cittadini – non solo ma anche – al momento del voto, perché lo Stato e la politica dovrebbero garantire il bene comune e l’interesse collettivo, frutto dell’operato e della volontà di tutte e tutti.