“Dopo la bocciatura del decreto sul canone RAI da parte del Consiglio di Stato, arriva anche quella del decreto attuativo che semplifica la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Il governo Renzi parla di semplificazione amministrativa per rilanciare il paese, ma anche il decreto (atto governo n. 291) annunciato dal premier come “rivoluzione copernicana” è incorso in pesanti censure da parte dei giudici amministrativi, i quali hanno detto al governo di valutare se “Non sia opportuno – specie nel caso non si ritenga di provvedere a un successivo decreto legislativo per la soluzione delle questioni segnalate in questa sede – provvedere alla redazione di un nuovo testo”.
L’esecutivo, nell’annunciare il provvedimento, disse che avrebbe previsto per la SCIA “un unico documento, lo stesso in tutto il Paese”; peccato non ce ne sia traccia nel testo del decreto, come evidenziato dallo stesso Consiglio di Stato.
Inoltre, sempre gli stessi giudici, hanno sottolineato come manchi la disciplina del silenzio assenso, benché fosse contenuta nella delega, e benché sia uno strumento fondamentale per regolare i rapporti con la Pubblica Amministrazione. Tutto ciò, ad avviso della magistratura amministrativa, potrebbe portare a un considerevole aumento del contenzioso”.
Lo affermano i deputati di Alternativa Libera: Massimo Artini, Eleonora Bechis, Marco Baldassarre, Samuele Segoni e Tancredi Turco, rilevando come l’incompetenza di questo governo rischi di complicare ulteriormente la vita dei cittadini e delle imprese.