“La ricostruzione di uno Stato con i suoi servizi e un tessuto sociale il più possibile coeso, nel rispetto delle etnie e delle minoranze, e la stabilità di una regione messa a repentaglio dalla voglia di autodeterminazione di un popolo, che vuole ottenere l’indipendenza attraverso un referendum.
È su questi due aspetti che ci si è concentrati in quello che è stato senza dubbio un incontro proficuo, che ha fornito spunti di riflessione e di discussione importanti sul ruolo dell’Italia nel processo di ricostruzione in Iraq e sulle problematiche legate al referendum per l’indipendenza del Kurdistan”.
Lo afferma Massimo Artini, portavoce di Alternativa Libera e vice presidente della Commissione Difesa di Montecitorio, al termine del forum ‘The Iraqi challenges and the process of regional stabilization’ organizzato da Ce.S.I. e Ansa che lo ha visto tra i relatori.
“Le istituzioni irachene riconoscono la centralità dell’apporto italiano nella ricostruzione del Paese, sia per quanto si sta facendo sotto il profilo militare, attraverso l’addestramento delle forze di sicurezza locali, che per quanto riguarda il profilo umanitario, con il supporto alla gestione di strutture ospedaliere”, sottolinea Artini.
Per quanto riguarda la questione che al momento appare più critica, ovvero il referendum per l’indipendenza del Kurdistan, il vicepresidente della IV Commissione spiega che “il governo di Baghdad ha assicurato il massimo rispetto dei diritti della popolazione e assicura di essere orientato al dialogo, in accordo con il principio di unità del paese, ma ribadisce il rifiuto categorico allo svolgimento di una consultazione che non ha, né avrà, valore costituzionale e legale. Tuttavia la preoccupazione è tanta in virtù della posizione sul tema di Turchia, Siria e Iran e sulle possibili conseguenze del voto o della mancata consultazione”.
“Auspico che questo tipo di incontri – conclude Artini – possa diventare una prassi per sviluppare e incrementare la collaborazione tra Italia e Iraq”.