Ci uniamo al cordoglio per i 27 morti e agli auguri di completa guarigione per i 50 feriti nell’incidente ferroviario tra Andria e Corato.
Da un lato vorremmo sottolineare l’efficienza nei soccorsi, sia quelli istituzionali che quelli che fanno capo al volontariato. Ma dall’altra sottolineiamo anche che questo è un adattamento naturale del popolo italiano ad un altro aspetto, ovvero le carenze strutturali e i disservizi con cui, nel caso specifico, milioni di pendolari fanno i conti quotidianamente.
Io spero che durante il minuto di silenzio ogni singolo deputato, con la testa china e la faccia contrita, abbia riflettuto non solo sulla gravità dell’incidente, ma anche alle cause di quanto è successo. Non si deve dare colpa soltanto alla sorte. E qua in quest’aula siamo in qualche modo tutti coinvolti.
Senza abbandonarsi a facili polemiche, il Parlamento è lo specchio di un Paese in cui, quando si parla di investimenti in infrastrutture, in realtà si pensa a costruirne di nuove, dando scarsa considerazione alla manutenzione, all’ammodernamento, al potenziamento del servizio e della rete infrastrutturale esistenti.
Come parlamentari dobbiamo concentrare sforzi e risorse a tale scopo. Questo sarà indubbiamente il modo migliore per dare una risposta concreta ad eventi del genere e, possibilmente, a prevenirli.