“La scelta di attribuire al presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, Pier Ferdinando Casini, il diritto di giudicare l’ammissibilità o meno delle domande che i componenti dell’organismo bicamerale vorranno porre ai testimoni auditi ci lascia allibiti.
La Commissione ha il compito di far luce sulle crisi di diversi istituti di credito che, in questi anni, hanno causato ingenti perdite a migliaia di risparmiatori e comportato un esborso circa venti miliardi di euro per le casse dello Stato, sulla condotta dei loro amministratori e su quella di chi doveva vigilare e sulle pressioni che la politica esercita e ha esercitato sul sistema creditizio.
Considerato l’oggetto dell’inchiesta parlamentare e la rilevanza della questione, l’eventualità che il presidente Casini possa autonomamente autorizzare un testimone a non rispondere agli interrogativi posti da un commissario, impedendo di fatto la ricerca della verità, è inconcepibile. Si tratta di una decisione che sottende la volontà politica di insabbiare tutto.
Ci domandiamo cosa accadrà quando la Commissione chiamerà in audizione l’ex amministratore delegato di UniCredit, Federico Ghizzoni. Gli si potrà chiedere di parlare delle presunte pressioni, mai smentite finora, ricevute dall’allora ministro Maria Elena Boschi, affinché valutasse l’acquisto di Banca Etruria, di cui il padre Pier Luigi era vicepresidente? Oppure il presidente censurerà questa e altre domande?
Comprendiamo che il presidente Casini sia quasi certo di non essere rieletto, ma sacrificare la funzionalità di una commissione parlamentare di inchiesta per avere garantita una candidatura sicura alle prossime elezioni o un posto di governo nel futuro esecutivo mortifica il bisogno di verità che hanno le migliaia di risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie.”
Lo affermano i deputati di Alternativa Libera: Massimo Artini, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Samuele Segoni e Tancredi Turco.