“Onestà, trasparenza e coerenza erano pilastri del Movimento 5 Stelle al quale ho aderito tanti anni fa, ma ormai non sono più nel DNA di questa strana creatura in cui l’avete trasformata, caro Beppe.
Di onesti, trasparenti e coerenti io non ne vedo più molti, ormai. Forse sono valori passati di moda, ammesso che lo siano mai stati davvero, o forse ho preso un abbaglio io che a suo tempo ci avevo creduto. Adesso che la procura di Palermo ha chiuso l’indagine sulle firme false depositate dal Movimento a sostegno delle candidature per le Comunali del 2012 ci si aspetta solo il rinvio a giudizio per i quattordici indagati, a vario titolo, tra i quali ci sono i tre deputati nazionali: Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita.
Mentre a novembre 2014 io sono stato espulso con accuse false e mai dimostrate, con i tre parlamentari accusati di aver falsificato le liste elettorali, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati e per giunta si sono rifiutati di sottoporsi alla perizia calligrafica, avete messo in scena la pantomima della loro finta sospensione.
Finta perché non è dato sapere cosa comporti questa sospensione, visto che tutti e tre continuano a restare nel gruppo, a promuovere atti di sindacato ispettivo in aula a nome del MoVimento e addirittura c’è chi come Claudia Mannino ricopre ancora il ruolo di segretario di Presidenza della Camera per il Movimento.
Com’è possibile che, con quelle accuse a suo carico, continui a occupare un posto che per sua stessa natura prevede la vigilanza sulle regolarità delle operazioni di voto in aula? Tutto questo mette una profonda tristezza, il MoVimento delle origini, o almeno quello in cui credevo, era un’altra cosa caro Beppe”.
Lo afferma Massimo Artini, deputato di Alternativa Libera.