“Le mance distribuite dal governo Renzi nell’ultima legge di Bilancio ci costeranno 3,4 miliardi di euro.
Dalla Commissione UE è arrivata, come temevamo, la richiesta di una manovra correttiva che vale lo 0,2 per cento del PIL per evitare una procedura d’infrazione per il mancato rispetto della regola del debito.
Immaginavamo che la gestione dei conti pubblici ad uso e consumo degli interessi del premier ci avrebbe portato a questo punto e avevamo messo in guardia il governo. Invece che combattere gli sprechi e occuparsi della crescente povertà degli italiani, un esecutivo incapace di visione economica ha pensato di elargire mance per aumentare il consenso elettorale.
Il costo di quelle prebende sta per ricadere, come previsto, sulle spalle dei cittadini italiani e in modo particolare sui più deboli. Il Governo la smetta di nascondere la polvere sotto il tappeto, aggredisca il debito riducendo gli sprechi e chiuda definitivamente con le politiche clientelari, solo così troverà il modo e i soldi per evitare la procedura d’infrazione e per mettere a punto una seria strategia di lotta alla povertà”.
Lo affermano i deputati di Alternativa Libera, Massimo Artini, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Samuele Segoni e Tancredi Turco.