“Il sabotaggio degli strumenti democratici rischia di costarci 600 milioni di euro in due anni.
Lo scorso anno il governo Renzi ha deciso di buttare 300 milioni per evitare che si raggiungesse il quorum al referendum sulle trivelle e ora per quello su voucher e appalti pubblici l’esecutivo Gentiloni sembra orientato a percorrere la stessa strada.
La decisione odierna, presa dal Consiglio dei Ministri, di tenere la consultazione referendaria il prossimo 28 maggio, nel caso in cui non la si celebrasse in concomitanza con le elezioni amministrative in un unico election-day, sarebbe uno schiaffo a tutti quei cittadini che non vogliono veder sprecati i soldi delle loro tasse.
Speriamo che il governo comprenda la gravità dell’errore che rischia di commettere impedendo l’accorpamento del voto referendario con quello amministrativo. Battersi per evitare che si buttino 300 milioni di euro mentre il governo deve mettere a punto una manovra di aggiustamento dei conti pubblici da 3,4 miliardi, è buon senso, accanirsi per sprecare questi soldi è un regalo al populismo e a chi se ne nutre”.
Lo affermano i deputati di Alternativa Libera: Massimo Artini, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Samuele Segoni e Tancredi Turco.