“Il primo atto del governo Gentiloni in favore dei terremotati è stato il respingimento di un ordine del giorno che puntava ad aprire a Roma un mercato in cui gli agricoltori e gli allevatori dei comuni colpiti dal terremoto potessero vendere i loro prodotti, senza dover sostenere alcuna spesa né per l’occupazione del suolo pubblico né per la pulizia delle aree.
Inizialmente avevamo formulato un emendamento al decreto terremoto con cui si stanziavano 520.000 euro per la creazione del mercato che si sarebbe dovuto svolgere a domeniche alternate, per un anno, in una piazza nel centro della Capitale.
Poi, il Governo ci aveva chiesto di ritirare l’emendamento per non rallentare la conversione del decreto, a fronte di un impegno ad approvare un ordine del giorno che prevedesse sostanzialmente la stessa cosa. Peccato che oggi, in sede di votazione nell’Aula della Camera, il governo abbia espresso parere contrario anche all’ordine del giorno e così è sparita la possibilità, per allevatori e agricoltori dei Comuni terremotati, di poter vendere il loro prodotti in un grande bacino come è quello della città di Roma”.
Lo affermano i parlamentari di Alternativa Libera, Massimo Artini, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Samuele Segoni e Tancredi Turco, ricordando come Gentiloni all’atto del suo insediamento disse che avrebbe concentrato i suoi sforzi per aiutare le popolazioni colpite dal sisma.